mercoledì 18 aprile 2012

Home banking e trading online in crescita

Accedere ai servizi bancari stando comodamente seduti alla propria scrivania oppure mentre ci si sposta in treno, o ancora sdraiati a letto prima di addormentarsi, è un trend in continua crescita. Sono sempre di più le persone che comunicano con le strutture bancarie o intermediari finanziari tramite web o telefono.

L’ABI (Associazione Bancaria Italiana) ha pubblicato un interessante studio sul fenomeno (peraltro prevedibile) riportando i seguenti dati relativi al 2011:

- 12 milioni di clienti accedono ai servizi bancari tramite internet (40% del totale);

- il 10% di questi fa uso esclusivamente di internet;

- per quanto riguarda i giovani, la percentuale si eleva al 60%;

- l’accesso telefonico si assesta, sempre nel 2011, al 13%;

Tra gli utilizzatori di internet usano gli smartphone in 25,3 milioni, mentre in 15 milioni usano il mobile web.

La conseguente ottimizzazione dei tempi ha suggerito alle banche l’intraprendimento di un programma di educazione al digitale per favorire ulteriormente tale trend e utilizzare più personale in ambito produttivo a livello finanziario piuttosto che relegarlo ad un mero compito di routine allo sportello.

E’ importante notare che il cosiddetto home banking è accompagnato da un altro settore in grande crescita che risponde al nome del trading online. Sono tantissimi gli operatori fai da te, esperti o improvvisati, che si dedicano a questo lavoro.

In questo caso parliamo a volte di professionisti, preparati e ben consapevoli delle proprie iniziative sul mercato, a volte di persone che sognano di lavorare distesi su un’amaca, sorseggiando un sorso di tequila fra un “invio” milionario e l’altro. Ma ci sono anche traders che si divertono a giochicchiare su pochi spiccioli, guadagnando poco ma perdendo anche poco.

Il trading online aumenta esponenzialmente nei momenti di accentuata volatilità, laddove in pochi giorni, ore, minuti, si possono conseguire lauti guadagni (o disastrose perdite).

Un affare per le banche come per tutte quelle società che per ogni operazione guadagnano la loro commissione, ma anche per lo stato grazie alla tassazione sui guadagni mobiliari.


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