lunedì 31 dicembre 2012

Cos'è lo Spread


Il termine spread, in economia e finanza, assume diversi significati in relazione all'ambito in cui viene utilizzato. Nella sostanza indica un margine, una differenza fra dei valori.

E' usato soprattutto nel mercato mobiliare e nella definizione dei tassi d'interesse finali nel caso di prestiti bancari o mutui.



Lo spread nei mutui

Quando viene definito un tasso d'interesse nella stipulazione di un mutuo, si utilizza il termine spread, che quindi è ben conosciuto da chi si accinge al grande passo. 
Ad esempio, la definizione del tasso nominale finale per il mutuo a tasso variabile viene stabilito in questo modo: Euribor (a 3,6 o 12 mesi) + spread = tasso d'interesse. L'Euribor è un tasso calcolato in base alla media dei prestiti interbancari delle più importanti banche europee, lo spread è la correzione di questo tasso, effettuata in modo autonomo ed indipendente dalla società di credito.
Esempio:
L'Euribor è 3,5%, la banca Tal dei Tali applica uno spread del 1,0 %. 
Totale: 3,5 + 1,0 = 4,5%.

Lo spread nel mercato mobiliare

Ne esistono di diversi tipi, il cui significato, in sostanza, rientra nei due più importanti che sono il bid-ask spread e il credit spread.

Il bid-ask spread, ad esempio nel mercato azionario, rappresenta la differenza tra due prezzi: quello che il venditore del titolo stabilisce come prezzo più basso possibile, al di sotto del quale non vuole andare, e quello offerto dal compratore, al di sopra del quale quest'ultimo non acquista. Questo valore è usato come parametro di misura della liquidità di mercato.

Il credit spread è invece la differenza che intercorre tra il tasso di rendimento di un'obbligazione, e quello di un altro specifico titolo preso a riferimento (benchmark), costituito dalle Bundesanleihen tedesche, comunemente chiamate Bund.
Il credit spread appartiene a tutta una famiglia di parametri simili. Ce ne sono tanti, tutti con significato analogo in relazione al titolo di applicazione.
Il significato reale del credit spread è correlato al rischio che un investimento comporta:
Più un titolo, come un'obbligazione, offre un rendimento elevato, più l'investimento è rischioso, viceversa, più il rendimento è basso, maggiormente sicuri sono i nostri risparmi
Le Bundesanleihen sono considerate le obbligazioni più sicure, ed infatti offrono rendimenti piuttosto bassi.
La differenza fra il tasso di rendimento un'obbligazione qualsiasi, come ad esempio un BTP italiano, ed il tasso delle Bundesanleihen, ci dà un'informazione sul titolo che vorremmo acquistare. Se questo BTP ha un tasso molto più alto del benchmark (riferimento), il rischio, a sua volta, risulterà più elevato, se invece tale tasso tende ad avvicinarsi al riferimento, allora è considerato più affidabile.

domenica 23 dicembre 2012

Cos'è l'Euribor?

Il termine Euribor è l'acronimo di EURo Inter Bank Offered Rate, che significa tasso interbancario di offerta in Euro. Rappresenta quindi un valore percentuale applicato a tassi d'interesse ed è un vocabolo molto conosciuto da chi ha appena acceso un mutuo o lo sta valutando. 
Quando il consulente finanziario della banca ci indica il tasso d'interesse del mutuo e ci parla di Euribor intende questo tasso d'interesse di riferimento. Il concetto è semplice, in quanto l'Euribor è un valore ideato e definito quotidianamente dalla European Banking Federation (EBF), al fine di fissare un punto di riferimento il più possibile realistico agli istituti di credito, i quali lo utilizzano come base per la definizione del tasso da applicare. 

Ma come viene calcolato questo tasso di riferimento? 

Quando le banche si prestano denaro fra di loro, applicano dei tassi d'interesse. La EBF prende in considerazione le più importanti banche europee, calcola la media matematica dei  tassi d'interesse, e tale media matematica la chiama Euribor. Esiste l'Euribor a 1 mese (1M) , a 3 mesi (3M), a 6 mesi (6M) e a 1 anno (12M). 
Le banche italiane prese in considerazione sono Unicredit, Intesa Sanpaolo, UBI Banca e Monte dei Paschi di Siena. 

L'Euribor è quindi il classico punto di riferimento per i mutui a tasso variabile. Prevedere l'andamento di questo tasso ci consente di scegliere de optare per un mutuo a tasso variabile piuttosto che a tasso fisso.
Ad esempio si può trovare l'indicazione: Euribor a 6 mesi + spread dell'1,3%
Se ad esempio l'Euribor in un certo periodo è pari al 3%, il tasso applicato dalla banca sarà 3 + 1,3 = 4,3%. 
Lo spread lo decide la banca ed è un termine che assume diversi significati in tema di banca e finanza, ma in sostanza rappresenta una differenza tra un valore ed un altro. In questo caso rappresenta la differenza fra il tasso di prestito ufficiale (Euribor) e quello definitivo per lo specifico ambito dei mutui. 

sabato 21 aprile 2012

Cos'è l'IMU e come si calcola

Cosa è

L'IMU è l'acronimo di Imposta Municipale Unica. Come tutti sappiamo l'imposta è una tassa che il cittadino deve pagare in relazione ad un qualche tipo di bene che possiede.
Municipale perché, entro certi limiti, è il comune di residenza che decide quanto far pagare. Per comune non si intende capoluogo di provincia, ma proprio comune. Ad esempio il Comune di Monselice (provincia di Padova) applica il suo proprio IMU distinto ed indipendente da quello del Comune di Padova.
Unica perchè sostituisce le altre tassazioni, IRPEF e ICI.

Come si calcola punto per punto

A quanto ammonta l'IMU? Come faccio a calcolarla? Il procedimento non è brevissimo, ma semplice. Alla fine dei passaggi riporto un esempio pratico operazione per operazione.

1) Individuare le rendita catastale del proprio immobile, lo si può fare nei seguenti modi:
- leggendola sull'atto di acquisto;
- rilevandola dei vecchi bollettini ICI;
- consultando il sito dell'agenzia del territorio (www.agenziadelterritorio.it);
- recandosi a chiedere aiuto di persona in comune, o telefonando.

2) Ora bisogna applicare alla rendita catastale, le rivalutazioni catastali, che altro non sono che delle maggiorazioni ideate dallo stato per farci pagare più soldi. Ecco come si fa:
- moltiplicare la rendita catastale per 1,05 (si ottiene la maggiorazione del 5%) e poi per 1,60 (per le abitazioni, ve ne sono altri per differenti tipologie) ottenendo la maggiorazione del 60%.

3) Applicare al valore ottenuto l'IMU stabilito dal comune: questo varia a seconda se si tratti di una prima casa (abitazione principale) o seconda casa.

4) Moltiplico il risultato ottenuto per la mia quota di possesso: se è tutta mia, tale quota è100 (100%), se è mia per metà tale quota è 50 (50%).

5) Se si tratta della mia prima casa, sottraggo 200 euro dal totale.

6) Se ho figli a carico fino a 26 anni di età, sottraggo 50 euro per ogni figlio.


Esempio pratico per la mia prima casa (tutta mia al 100%)

1) Trovo che la rendita catastale della mia abitazione è 1.000 euro.

2) Eseguo le operazioni per la rivalutazione catastale:

1.000 X 1,05 = 1.050 euro
1.050 X 1,60 = 1.680 euro

3) Eseguo l'operazione per applicare l'IMU (ho chiesto al mio comune e mi hanno detto che per me l'IMU è lo 0,4%, ovvero il 4 per mille):

1.680 X 0,004 = 6,72 euro

4) siccome la casa è tutta mia, moltiplico per 100:

67,2 X 100 = 672 euro

5) Siccome è la mia prima casa sottraggo 200 euro:

672 - 200 = 472 euro

6) Siccome ho un figlio di 26 anni sottraggo 50 euro:

472 - 50 = 452 euro

che rappresenta la somma che devo pagare.

Se poi siete proprietari di questa casa da meno di 12 mesi, pagate di meno in proporzione ai mesi di possesso.

ESEMPIO

se siete proprietari da 8 mesi, moltiplicate per 8 e dividete per 12:

452 X 8 / 12 = 301 euro circa

ATTENZIONE:
Ricordo che questo è solo un esempio e che per la seconda casa c'è una aliquota superiore.
Ricordo anche che per immobili con differenti destinazioni d'uso esistono specifici parametri.

mercoledì 18 aprile 2012

Home banking e trading online in crescita

Accedere ai servizi bancari stando comodamente seduti alla propria scrivania oppure mentre ci si sposta in treno, o ancora sdraiati a letto prima di addormentarsi, è un trend in continua crescita. Sono sempre di più le persone che comunicano con le strutture bancarie o intermediari finanziari tramite web o telefono.

L’ABI (Associazione Bancaria Italiana) ha pubblicato un interessante studio sul fenomeno (peraltro prevedibile) riportando i seguenti dati relativi al 2011:

- 12 milioni di clienti accedono ai servizi bancari tramite internet (40% del totale);

- il 10% di questi fa uso esclusivamente di internet;

- per quanto riguarda i giovani, la percentuale si eleva al 60%;

- l’accesso telefonico si assesta, sempre nel 2011, al 13%;

Tra gli utilizzatori di internet usano gli smartphone in 25,3 milioni, mentre in 15 milioni usano il mobile web.

La conseguente ottimizzazione dei tempi ha suggerito alle banche l’intraprendimento di un programma di educazione al digitale per favorire ulteriormente tale trend e utilizzare più personale in ambito produttivo a livello finanziario piuttosto che relegarlo ad un mero compito di routine allo sportello.

E’ importante notare che il cosiddetto home banking è accompagnato da un altro settore in grande crescita che risponde al nome del trading online. Sono tantissimi gli operatori fai da te, esperti o improvvisati, che si dedicano a questo lavoro.

In questo caso parliamo a volte di professionisti, preparati e ben consapevoli delle proprie iniziative sul mercato, a volte di persone che sognano di lavorare distesi su un’amaca, sorseggiando un sorso di tequila fra un “invio” milionario e l’altro. Ma ci sono anche traders che si divertono a giochicchiare su pochi spiccioli, guadagnando poco ma perdendo anche poco.

Il trading online aumenta esponenzialmente nei momenti di accentuata volatilità, laddove in pochi giorni, ore, minuti, si possono conseguire lauti guadagni (o disastrose perdite).

Un affare per le banche come per tutte quelle società che per ogni operazione guadagnano la loro commissione, ma anche per lo stato grazie alla tassazione sui guadagni mobiliari.


venerdì 11 novembre 2011

Prestiti INPDAP: quali e come ottenerli

Cos’è l’INDPAP


L’INPDAP è l’acronimo di Istituto Nazionale di Previdenza e Assistenza per i Dipendenti dell’Amministrazione. Ovvero, l’ente che si occupa, tra le altre cose, della raccolta dei fondi per la pensione di quasi tutti i dipendenti dell’amministrazione pubblica italiana, enti locali compresi.

Considerando sia i dipendenti in attività, sia i pensionati, vediamo che tipi di prestiti personali si possono ottenere e la procedura da seguire.


Le tipologie di prestito sono tre:

1) Piccolo Prestito (annuale, biennale, triennale o quadriennale);

2) Cessione Diretta (Prestito Pluriennale);

3) Cessione Garantita (Prestito Pluriennale);

Le ultime due sono due varianti della Cessione del Quinto.

In tutti i casi le rate mensili non vengono pagate di persona dal richiedente, ma vengono trattenute direttamente dalla busta paga o dalla pensione.


1) Piccolo Prestito


Viene erogata una somma paria ad una, due o tre volte lo stipendio, tali somme possono essere restituite in 12, 24, 36 o 48 rate mensili. Esempio pratico: se lo stipendio corrisponde a 1.200 euro e viene scelto il prestito pari ad una mensilità, si pagheranno rate mensili di 100 euro l’una (più il tasso d’interesse = 102,27 euro) per la durata di 12 mesi.

Parliamo quindi di Piccolo Prestito Annuale, Piccolo Prestito Biennale, Piccolo Prestito Triennale e Piccolo Prestito Quadriennale

Il tasso annuale è 4,25%, al quale si aggiungono le spese di amministrazione e il premio Fondo Rischi.


2) Cessione Diretta


Prestito di durata quinquennale o decennale (60 mesi o 120 mesi), dove la rata non può superare il quinto dello stipendio/pensione (Cessione del Quinto).

Tasso inferiore al 5%


3) Cessione Garantita (normalmente considerata Cessione del Quinto vera e propria, poichè la più richiesta)


E’ senz’altro una della forme di prestito più convenienti in assoluto per diverse ragioni:

- Il tasso è del 3,5%, quindi la condizione migliore che si possa trovare sul mercato.

- Non è richiesta nessuna motivazione, anche se, nel caso di graduatorie che determinino i tempi di accettazione, questa può essere allegata per ottenere una posizione migliore.

- Di solito i tempi sono comunque rapidi, perchè l’istruttoria è semplice.

- la procedura di richiesta è facile e sbrigativa.

- Non si deve agire personalmente nel pagamento delle rate, perchè vengono trattenute d’ufficio.


Come calcolare la rata


Per sapere che tipo di rata verrà trattenuta per un prestito, nella seguente tabella, inpdap.gov.it-tabella, c'è tutto: tra le varie informazioni, la prima colonna riporta l’ammontare lordo del prestito, la seconda la rata mensile.

Prima cercate la tabella che riguarda il tipo di prestito (annuale, biennale, ecc. ), poi cercate l’ammontare del prestito.


Come ottenere il prestito


E’ molto semplice:

- recarsi nella seguente pagina web inpdap.gov.it-modulistica;

- cliccare sul prestito desiderato (si trovano sotto la prima voce che appare – Prestazioni Creditizie);

- compilare e seguire le istruzioni.

mercoledì 9 novembre 2011

La Cessione del Quinto

La Cessione del Quinto è una particolare tipologia di prestito, inizialmente riservata a dipendenti statali, poi allargata, a dipendenti para-statali, privati, e ultimamente anche a certi casi di rapporti di lavoro a tempo non indeterminato (dev’essere garantita ed evidente la continuità del rapporto professionale) e ai pensionati Inpdap, Inps e di altri enti..

Il dipendente chiede di poter ottenere questo finanziamento, la cui peculiarità principale sta nel trattenimento di un quinto dello stipendio da parte del datore di lavoro. Questa trattenuta verrà devoluta dallo stesso verso la società erogatrice del prestito. E’ quindi il datore di lavoro che, obbligato per legge ad accettare la richiesta del dipendente, si occupa dell’operazione.

La durata del prestito non può superare i 120 mesi e non può essere inferiore ai 24. In ogni caso, la durata massima non potrà superare la durata del contratto del lavoro o del 90° anno di età nel pensionamento. Inoltre deve essere stipulata un’assicurazione sulla vita che garantisca la società erogatrice del rientro della somma prestata, e un’assicurazione sul “rischio d’impiego”, per cui, in caso di necessità, la somma ancora dovuta verrà ricavata del fondo accantonato per il TFR.
Il tasso d’interesse dev’essere fisso per tutta la durata del debito.

E’ quindi un tipo di prestito personale vantaggioso per ambo le parti, in quanto la società erogatrice fornisce la liquidità con un bassissimo tasso di rischio, coperta com’è da assicurazioni e gestione della busta paga da parte dell’azienda. Questo consente di concedere un tasso molto conveniente e di rispettare la privacy in relazione alla finalità del prestito che non deve essere comunicata.

Ci si può rivolgere, così come per tutti gli altri finanziamenti, a banche o a società erogatrici di prestiti.
Ad esempio, vediamo l’offerta della Banca IBL, la quale rende disponibile l’offerta a dipendenti pubblici e privati con assunzione a tempo indeterminato e a tutti i pensionati.
Il tasso d’interesse è garantito alle migliori condizioni di mercato, così come evidenziato dagli esempi sempre aggiornati in questa pagina: iblbanca.it/promo_ratabassotta.html. L’offerta di IBL prende appunto il nome di Rata Bassotta.

Questo ci suggerisce come piccole variazioni nella convenienza possano comunque verificarsi fra i diversi istituti, nonostante i precisi diktat di legge. Ciò è dovuto, ad esempio, alla società di assicurazioni operante con la banca e ad eventuali spese d’istruttoria.

La procedura per accedere alla Cessione del Quinto è molto semplice:
- rivolgersi alla banca o società prescelta;
- compilare il modulo che vi verrà fornito;
- attendere le operazioni di istruttoria che in questo tipo di prestito sono più rapide.
Non si deve fare altro dato che tutte le operazioni sono compiute da banca e a datore di lavoro.


mercoledì 2 novembre 2011

Investire oggi: linee generali di condotta


Scegliere come investire il proprio denaro, la propria liquidità, il frutto di tanto lavoro e di sacrifici, è una necessità che pone l’investitore di fronte ad una serie di quesiti.
Faccio bene ad investire in questi titoli? Sto forse rischiando troppo? Non è meglio se investo su dei titoli di Stato? E se invece lascio tutto sul conto di deposito?

Non è facile dare la giusta risposta nemmeno per chi opera nel settore. Però è possibile cercare di essere il più razionali possibile e valutare con precisione alcuni aspetti pratici. Questa semplice analisi farà chiarezza sulle scelte più idonee.

Con questo articolo si vuole soltanto dare un’idea sul come indirizzarsi. Se scegliere di investire su titoli di Stato, su obbligazioni societarie, su obbligazioni emesse da un paese emergente, su titoli azionari o altro ancora.
Prediligere delle obbligazioni di un paese emergente non è certo una soluzione adatta a chi vuole essere prudente, perciò se volete andare coi piedi di piombo, scartatela immediatamente.

Oggi, in un ufficio postale, vengono proposti buoni fruttiferi tradizionali, che non presentano alcun rischio, ma anche buoni fruttiferi indicizzati a scadenza, i quali non sono lo strumento ideale per chi non conosce il settore, rappresentando un scommessa sull’evoluzione dei mercati. Il fatto che un prodotto con un certo tasso di rischio venga proposto da un’istituzione statale, non implica che sia privo di rischi a va comunque considerato dopo una precisa analisi assieme al consulente.
Se non si vuole rischiare nulla, la soluzione migliore resta il conto di deposito, magari accessoriata da un Piano di Accumulo, ad esempio con la sottoscrizione di fondi comuni.

Tali fondi sono accessibili anche direttamente online tramite specifiche piattaforme sviluppatesi fortemente negli ultimi anni, in grado anche di sostenere le operazioni di trading. Questa soluzione, sempre ammesso che il tipo d’investimento sia oculato, permettono di risparmiare commissioni o eventuali voci di spesa correlate con la presenza di un intermediario.
Gli investimenti operati direttamente online, infatti, non si addicono solo ai professionisti del trading, ma anche a chi vuole semplicemente investire senza rischi il proprio denaro.

E’ facile tuttavia lasciarsi prendere la mano da questi comodi strumenti che permettono di investire direttamente dalla scrivania di casa. La mancanza di esperienza e la volatilità dei mercati, l’imprevedibilità degli andamenti in periodi di crisi, possono nascondere insidie pericolose con risvolti molto dolorosi.

DI fronte a tutte queste semplici considerazioni, è fondamentale e chiarificante valutare se stessi e la propria reale situazione, umana ed economica.
Questa valutazione, normalmente definita come Profilo di Rischio, contempla parametri come: gli obiettivi che ci si prefigge col proprio investimento, in sostanza, quanto si vuole guadagnare; la propria età; la salute (eventuali spese che ci si aspetta di affrontare); la famiglia; la sua composizione; l’età e gli studi dei figli; il reddito proveniente dal lavoro, le prospettive di acquistare casa ai figli; e molto altro ancora.

Dopo aver valutato attentamente tutto questo, è il momento di capire quanti sono i soldi che non si è disposti a perdere perchè definiti indispensabili.
Solo davanti a dei numeri precisi e senso di responsabilità, si può decidere se entrare nel mondo del commercio d’arte, acquistare oro o petrolio o lasciare la liquidità su un normale conto di deposito.